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PASSIONE DURATURA: MANTENERE ACCESO IL DESIDERIO NELLA COPPIA.

Come mette in luce anche Massimo Recalcati nel suo libro Mantieni il bacio (Feltrinelli, 2019) spesso, quando si pensa alla passione tra due innamorati, ci si trova di fronte ad un dilemma: "l'amore brucia o dura?". Una coppia che sta insieme da molto tempo può mantenere il desiderio come all'inizio oppure la fiamma è inesorabilmente destinata a spegnersi? E che cosa diventa un amore se non brucia più?

Il desiderio è una parte centrale di una relazione di coppia: costruisce e mantiene l'intimità, alimenta l'amore e l'affetto, crea sintonia e complicità. Ciò nonostante molte coppie durature e monogame dichiarano un calo importante nella vita sessuale dopo il primo anno. In molti casi tale fenomeno viene vissuto come "naturale" e "inevitabile"; è così? Proviamo a fare un po' di ordine.

Il primo e unico fatto concreto in tema di passione e desiderio è che essi sono fenomeni alimentati dalla distanza. Tanto più un piacere è negato o risulta difficile da ottenere, quanto più diviene desiderabile. Tanto più, invece, si fa scontato e disponibile, quanto più sarà possibile rinunciarvi o rimandare.

Questo semplice concetto è descritto perfettamente da Esther Parel, psicoterapeuta di coppia newyorkese: "il fuoco, per bruciare, ha bisogno dell'aria". Ora, facendo tesoro di tale insegnamento, l'interrogativo che rimane aperto è come è possibile mantenere la distanza in un rapporto consolidato e duraturo? Come può il piacere della presenza affettiva e fisica dell'altro non diventare scontato?

Innanzitutto, dobbiamo immaginare la storia di due innamorati come costellata di tanti fuochi. Chi l'ha detto che la sfida è mantenere costantemente accese le medesime fiamme per tutta la durata di una relazione? La passione va ricercata e "ri-accesa" ogni volta dal principio e, se consideriamo la distanza la sua miccia, allora anch'essa andrà ricreata a fasi alterne. Quindi, vicinanza e distanza devono darsi il turno: la passione duratura è un pendolo che oscilla senza sosta, non è un qualcosa che si ottiene e poi si ha, ma è un impegno reciproco costante. Anzi, bisogna fare attenzione, perché sia lontananza che prossimità possono divenire fatali per una relazione se mantenute inalterate nei mesi e negli anni.

Se fin qui tutto torna, è necessario ora comprendere che cosa si intenda per distanza. Essa va pensata come un concetto ampio, che può essere declinato in molti modi differenti, a seconda dell'età, della situazione e dello stato di consolidamento della relazione. Per semplicità distingueremo qui tre diverse categorie di distanza.



TRE TIPOLOGIE DIFFERENTI DI DISTANZA:

  1. La DISTANZA FISICA - "non ti vedo, non ti sento". Questo è il tipo di distanza più semplice da creare agli esordi di una relazione, in cui non si vive sotto lo stesso tetto e le vite dei due partner non sono ancora totalmente intrecciate, lasciando molto spazio per attività individuali. Solitamente la distanza fisica, intesa come il tempo in cui i due innamorati non si vedono o parlano, va via via riducendosi. Questo è assolutamente naturale, in particolare in quelle coppie che iniziano a costruire un'idea di famiglia condivisa. Tuttavia, è caldamente consigliabile non eliminarla mai del tutto, garantendo sempre nella vita di coppia degli spazi per sé stessi che non contemplino l'altro/a. Per questo, se vi rendete conto che tale distanza è mancante nella relazione, correte subito ai ripari iniziando nuove attività individuali e creando degli spazi per stare senza il partner. Perché, infine, se si percepisce l'altro come sempre al proprio fianco, ci si può permettere di rimandare l'intimità: "se non è ora è fra un'ora, se non è oggi è domani". Quando invece non è sempre possibile essere vicini, si creerà l'esigenza di valorizzare i momenti di prossimità, facendo attenzione ad accendere la miccia al momento giusto.

  2. La DISTANZA AFFETTIVA - "ti sento freddo/a e distaccato/a". Si tratta della tipologia di distanza con impatto più immediato sulla relazione, in quanto crea nell'altro un sentimento di paura e l'impulso a voler repentinamente rimediare all'affetto perduto: più tolgo amore all'altro, più l'altro me ne darà. Ma attenzione: va intesa come una medicina potente da usare solamente in situazioni di emergenza e sempre a piccole, piccolissime, dosi. Infatti, esagerando e ponendo eccessiva o frequente distanza affettiva si corrono due rischi: (1) potrebbe accadere che l'altro non ritenga più che il distacco sia "credibile", in quanto comprende che è finalizzato ad una reazione e non si trasforma mai in conseguenze concrete; o peggio, (2) si potrebbe ""tirare troppo e spezzare la corda", ottenendo l'effetto contrario, ovvero facendo decadere l'interesse del partner. Si tratta quindi di un terreno scivoloso, che può essere facilmente evitato attraverso tipologie di distanza più sane: come la distanza fisica o - ancor più - la distanza relazionale che vediamo di seguito.

  3. La DISTANZA RELAZIONALE - "Non conosco questo lato di te". Finalmente giungiamo al tipo di distanza più salutare in una relazione di coppia, nonché quello più funzionale per rapporti monogami che durano da molti anni. Si tratta di una tipologia di distanza sempre positiva, che si manifesta quando si è piacevolmente sorpresi nel conoscere o notare qualcosa di nuovo nel proprio partner. Questo effetto scoperta, infatti, porta a percepire che l'altro non ci appartiene completamente, perché ci sono lati di sé che non porta nella relazione di coppia e/o aspetti della sua vita che erano rimasti sino a quel momento impliciti. Ciò nonostante, l'assenza dello spazio di esplorazione e conoscenza dell'altro è l'errore più frequente nelle coppie adulte, che rimangono incatenate ad una routine che poco a poco trasmette l'illusione di aver "visto tutto" e "fatto tutto", anche se nella realtà stanno "guardando" e "facendo" da anni le stesse, poche, cose. Come poter ottenere questo tipo di distanza, che consente di rimanere interessanti e stimolanti agli occhi dell'altro? Partecipando a nuove esperienze ed eventi, buttandosi in situazioni inedite, mostrandosi periodicamente in vesti differenti: sul luogo di lavoro, in una situazione pubblica, con amicizie di vecchia data, in relazioni e situazioni nuove. Non si tratta di cambiare stile di vita ogni settimana o di eliminare tutto ciò che è routinario e rituale, bensì di concedersi periodicamente (uno o due volte al mese) piccole nuove opportunità individuali e di coppia.


In definitiva, quindi, tutti e tre i tipi di distanza hanno una loro funzione, che può essere sfruttata a seconda delle necessità. Se senti di aver perso la passione con il partner, inizia con il chiederti: quanto tempo passiamo insieme? Percepisco l'affetto del partner e lui/lei il mio? Troppo oppure troppo poco? Ho la sensazione di aver già visto e conosciuto tutto dell'altro? Che cosa non sa l'altro di me che potrei rivelargli coinvolgendolo in una situazione nuova?


Per una consulenza individualizzata al caso, fissiamo un appuntamento. Invia una mail a info@psicologafedesassoli.com

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